Maggio 6, 2024

Timbrare il cartellino: storia e metodi di controllo

Timbrare il cartellino: storia e metodi di controllo

clock in the badge to get to work

Quello che oggi è per noi scontato e quotidiano ha una sua precisa storia e un processo di evoluzione e cambiamento che lo ha portato a essere così come conosciamo. Un caso molto curioso è quello legato all’abitudine, per i dipendenti di molte aziende, di timbrare il cartellino. Una prassi di per sé molto semplice, ma così diffusa da essere diventata anche un modo di dire.

Cosa significa timbrare il cartellino

I marcatori di tempo, così come sono chiamati i dispositivi che permettono di timbrare il cartellino, sono strumenti che servono per registrare gli orari di lavoro. Gli impiegati e tutti coloro che hanno un contratto di lavoro con orari precisi da rispettare, accedono al posto di lavoro passando il badge personale in un apposito lettore o, come avveniva in passato, inserendo una scheda in un’apposita obliteratrice. Alla fine del mese il datore di lavoro (o chi si occupa della contabilità e della gestione del personale), non solo può emettere le buste paga in base alle ore di lavoro realmente effettuate da ogni collaboratore, ma può anche monitorare quanto quel lavoratore ha prodotto e quanto no.

Timbrare il cartellino, un’attività antica come il mondo

L’uso di timbrare il cartellino, secondo diverse ricerche archeologiche, risale al periodo dell’invenzione della scrittura cuneiforme, intorno al 4000 a.C. Anche all’epoca c’era l’esigenza di registrare gli orari di lavoro e, così come accadde per l’invenzione dei timbri, si svilupparono sistemi che consentissero non solo di curare dei primitivi registri di lavoro, ma anche di trovare sistemi per tenere il tempo. Oggi abbiamo software, orologi, smartphone e tantissimi altri dispositivi; all’epoca furono elaborati obelischi e meridiane che consentivano di avere una misura della giornata di lavoro.

Il pagamento del lavoro

Anche gli antichi avevano gli stessi problemi dei lavoratori di oggi, tanto che già intorno al 1700 a.C. furono elaborati dei “contratti di lavoro” nei quali erano stabilite le quote per il pagamento dello stipendio in base alla mansione svolta. Questo era un sistema che prevedeva un pagamento a giornata, ma è sicuramente l’antenato ufficiale del sistema che ha poi portato nei secoli successivi a progettare tutti quei sistemi che permettessero di timbrare il cartellino.

L’epoca moderna

Una sistemazione più simile a quella cui siamo abituati quotidianamente risale al XVIII secolo, quando le questioni tra dipendenti e datori di lavoro si fecero più sentite. In questa prospettiva molti datori di lavoro sentirono l’esigenza di fissare sistemi e condizioni che li tutelassero in modo da retribuire i propri dipendenti solamente per le ore effettive di lavoro. Un’esigenza che tutela anche i dipendenti che possono così avere uno strumento terzo che certificasse la loro presenza sul posto di lavoro e, quindi, il diritto a essere pagati.

I primi registri per timbrare il cartellino furono, ovviamente, cartacei, ma peccavano di complessità (specie per le aziende più numerose) e troppi fattori che potessero permettere l’errore e la malafede. Solo verso la fine del XIX secolo il metodo di registrazione del tempo di lavoro fu completamente stravolto grazie all’invenzione dell’orologio marcatempo. Da questa prima invenzione fu un proseguire di evoluzioni tecniche e tecnologiche che portarono alla consegna a ogni dipendente di un proprio cartellino personale che, all’entrata e all’uscita, lo inseriva nell’orologio marcatempo per segnare gli effettivi orari di inizio e fine del proprio turno di lavoro. L’interesse per la questione fu talmente elevato che nel 1894 nacque ufficialmente la prima azienda che si occupava dei sistemi di timbratura dei cartellini.

L’avvento di PC e software

Anche l’epoca contemporanea, con l’avvento dei PC e lo sviluppo delle reti digitali, ha portato a importanti cambiamenti nei sistemi di registrazione dell’orario di lavoro. Con i primi fogli di calcolo gli orari si trascrivevano manualmente, ma era pur sempre un processo lento e poco efficiente. Con il passare degli anni furono elaborati veri e propri software dedicati alla marcatura del tempo e al monitoraggio degli orari di lavoro. L’ultima evoluzione è quella dei software in cloud e dei dispositivi che rilevano le presenze anche utilizzando lo smartphone dei dipendenti, ottimizzando il processo di registrazione. Passano i millenni e i secoli e cambiano gli strumenti, ma timbrare il cartellino resta un’esigenza utile per tutti.